La quarantena non ha certo giovato al mal di schiena, patologia diffusissima ma troppo spesso sottovalutata, soprattutto per le sue conseguenze che possono fortemente limitare le attività quotidiane come salire le scale o sollevare oggetti pesanti. La sedentarietà e qualche chilo di troppo possono aver peggiorato un quadro già non ottimale. Il primo sintomo, naturalmente, è il dolore. E’ quella la “spia” che ci dice che è il momento di intervenire. E’ tempo dunque di rimettersi in forma, di tornare a volersi bene.
La chiave di tutto: trovare la postura corretta
Uno dei rimedi più efficaci contro il mal di schiena è il metodo, o ginnastica, McKenzie. Con questo metodo, che deve il nome al suo ideatore, il fisioterapista neozelandese Robin McKenzie, viene combattuto con successo il dolore di tipo meccanico: si possono curare efficacemente i malanni più comuni causati da posture scorrette. Tra questi, appunto, il mal di schiena, il mal di collo, l’ernia, la sciatalgia. Si tratta di un rimedio naturale: non c’è bisogno di ricorrere a farmaci, antidolorifici vari o, peggio ancora, all’intervento chirurgico; il nostro corpo corregge da solo i suoi problemi. Sarà in grado di farlo quando avremo assunto una postura corretta e l’unico soggetto che a sua volta può trasmetterci queste conoscenze è un fisioterapista qualificato. Sotto la sua guida e durante una seduta il paziente impara la ginnastica Mc Kenzie poi, come uno scolaro, ripete gli esercizi a casa fino a quando non sarà in grado di farli da solo. Terminata la fase acuta, individuata la corretta postura e appresi i fondamenti della ginnastica McKenzie, infatti, si può (anzi, si deve) continuare a fare mantenimento da soli ricorrendo alle cure del fisioterapista solo di tanto in tanto, soprattutto in ottica preventiva.
La collaborazione fra terapista e paziente
Questa metodologia terapeutica prevede un trattamento di tipo meccanico che può essere applicato su tutta la colonna vertebrale e che viene preceduto da una valutazione personalizzata a cui segue la diagnosi. Si rivela particolarmente efficace nell’applicazione su pazienti con dolore cronico, legato a traumatismi della colonna vertebrale o a discopatie. Precisamente le principali patologie per cui è indicata la ginnastica di tipo McKenzie sono lombosciatalgia, lombalgia, cervicobrachialgia, cervicalgia, alcune cefalee muscolo tensive, post colpo di frusta e il dolore dorsale di origine meccanica. Durante la valutazione iniziale, molto accurata e della durata di circa un’ora, il paziente collabora col terapista eseguendo una serie di movimenti e fornendo risposte per permettere una diagnosi precisa e stabilire un percorso di riabilitazione individuale. La collaborazione fra fisioterapista e paziente è essenziale: si instaura fin da subito un rapporto tale che prevede la presenza attiva di colui che viene curato.
Gli “esercizi a casa”: facili, indolori e poco faticosi
Il metodo McKenzie interviene se il dolore è di origine meccanica ma non viene utilizzato nei casi in cui il dolore abbia origine neuropatica o in cui lo stato di salute del paziente sia gravemente compromesso come in situazione derivanti da neoplasie. Una volta accertato che il problema ha un sintomo di origine meccanica, cominciano le sedute vere e proprie. Comincia cioè la terza fase (dopo valutazione e diagnosi), quella del trattamento. Si tratta di eliminare a livello vertebrale e discale il dolore attraverso una serie di movimenti che riequilibrano l’assetto posturale. Quando il dolore comincia a diminuire e, successivamente scompare, significa che gli esercizi sono quelli giusti. Il terapista quindi insiste e assegna questo tipo di movimenti al paziente, da fare a casa. Non occorrono particolari abilità: la ginnastica per trovare la postura corretta è facile, indolore e poco faticosa.
L’autotrattamento e la prevenzione
Il paziente viene dunque coinvolto attivamente e “responsabilizzato”: anche dalla sua diligenza dipende il successo della cura. Gli esercizi di rieducazione di solito vengono ripetuti 5 volte al giorno mentre le sedute col terapista necessarie per individuare l’origine del dolore sono circa una mezza dozzina. L’autotrattamento è centrale in questa metodica terapeutica: l’obiettivo è quello di rendere il paziente il più autonomo possibile, liberarlo dai farmaci che danno sollievo solo temporaneo (come gli antidolorifici) e di renderlo consapevole che la ginnastica McKenzie è un rimedio completamente naturale che aiuta anche nella fase di mantenimento evitando le recidive. La prevenzione infatti può essere considerata come la quarta fase del metodo McKenzie: in quest’ottica modificare il proprio stile di vita significa anche usare piccoli accorgimenti nello stare seduti in auto o alla scrivania in maniera da evitare l’insorgere del dolore.